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La pesca con il galleggiante

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2014 14:29
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15/04/2013 15:59
 
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La pesca col galleggiante è tra le tecniche più diffuse della cv pesca8pesca in mare, la cui attuazione pratica presenta molte varianti, dovendosi adeguare ai vari ambienti e alle prede insidiate. Con questa tecnica possiamo insidiare tutti quei pesci che stazionano in superficie o a mezz'acqua, oltre a quelli che preferiscono sostare fondo.

Gli spot ideali dove è possibile praticare la pesca col galleggiante sono i porti, le spiagge e le scogliere naturali o artificiali. Per quanto riguarda gli orari, quelli più proficui sono sicuramente l'alba e il tramonto sia per la presenza di prede pregiate come le spigole, sia per la maggiore concentrazione di pesce meno pregiato tra i quali ricordiamo le boghe, le occhiate e le donzelle, mentre in condizioni di mare mosso o in scaduta e alta marea, non avremo limitazioni di orari.

Le varianti da prendere in esame per attuare la pesca con il galleggiante sono parecchie, per questo farò una carrellata di tutti i parametri da tenere in considerazione per intraprendere con successo una battuta di pesca. 
Questa tecnica è molto personalizzabile e scegliamo l’attrezzatura in base al tipo di preda ricercata, alle condizioni meteo marine, alla profondità e alla distanza cui vorremmo lanciare il nostro galleggiante.



Iniziamo con la scelta della canna: se vogliamo pescare da un molo clp 105o da una scogliera, dove le nostre prede stazionano vicino la postazione di pesca, possiamo utilizzare una canna fissa (priva di mulinello) di lunghezza compresa tra cinque e dieci metri, caratterizzata da un'azione di punta.

Rispetto alla canna fissa, la presenza del mulinello consente di raggiungere distanze maggiori e, quando il pesce non è ancora entrato in pastura, di esplorare tutto lo specchio d'acqua alla nostra portata alla ricerca della giusta distanza e profondità. Per far ciò utilizzeremo una Bolognese, di lunghezza variabile tra i cinque e i dieci metri, che ci permettono di affrontare quasi tutte le situazioni e gli ambienti di pesca in condizioni di mare calmo o poco agitato. Nel caso in cui vogliamo coprire distanze dalla costa maggiori ai 30 metri, ci orienteremo sulle Inglesi canne più robuste, di lunghezza 3,90 - 4,50 metri, adatte a lanciare galleggianti piombati con i quali potremo affrontare un mare appena più formato.


Riguardo ai galleggianti, per l’utilizzo di una canna fissa sono scelti galleggianti fissi di grammatura leggera variabile tra 0,2 e 1,5 grammi, 
gall scorr rex
Per quanto riguarda i monofili da impiegare, in generale utilizzeremo diametri sottili (da 0,08 a 0,14) in caso di mare calmo, e diametri più grandi (da 0,16 a 0,18) nel caso di mare mosso.  la cui forma sarà scelta in base alle condizioni del mare. Invece, per l’utilizzo di canne Bolognesi o Inglesi si sceglieranno galleggianti fissi, scorrevoli o piombati in base alla distanza dalla costa cui vogliamo lanciare la lenza e alla profondità cui intendiamo insidiare il pesce. Per i galleggianti fissi e scorrevoli, si preferiscono quelli con grammatura compresa tra 1,5 e 3 grammi per quello fisso e tra 2 e 6 grammi per quello scorrevole, la cui forma (sfera, goccia rovesciata, fuso) sarà scelta in base alle condizioni del mare come nel caso della canna fissa e in base all'esca da utilizzare. La Taratura dei galleggianti (piombatura) impiegata è funzione delle condizioni del mare e può essere: a scalare, semplice o addirittura assente.

 
Gli ami generalmente utilizzati nella pesca a galleggiante, sono le misure dal 10 al 18, la cui forma (serie) verrà di volta in volta scelta in base all'esca da utilizzare e al pesce da insidiare.
Due accessori indispensabili sono il Guadino e una Sonda di piombo per misurare il fondale della zona di pesca e adeguare in conseguenza la lunghezza della lenza.
Le specie ittiche catturabili con questa tecnica sono essenzialmente: Cefali, Boghe, Occhiate, Sugarelli, Salpe, Donzelle, Aguglie, Spigole, Saraghi e Orate.


Sono valide un po’ tutte le esche utilizzabili per la pesca in mare come: bigattinoAnellidi (in particolare Muriddu, Americano, Coreano), Bigattino, Cozze, Gamberi e Scampi a pezzetti, Sarda a pezzetti, Calamari a pezzetti, e Pastelle realizzate con pan-carré, farina di grano, formaggio, sarde tritate. E' ben noto che ogni pesce ha le sue esche preferite, che in pratica coincidono con quelle che riescono a procurarsi da soli. Pertanto se ad esempio vogliamo insidiare saraghi e orate, sarà preferibile utilizzare la cozza essendo un alimento naturale di queste specie, mentre se ci accorgiamo che nella zona il fondale è misto presentando scogli e chiazze di sabbia, sarà preferibile utilizzare i gamberetti che sicuramente sono presenti in tale ambiente. Se vogliamo insidiare dei predatori come ad esempio le spigole, allora possiamo utilizzare esche vive come ad esempio il Bigattino. Caso a parte è costituito dai Cefali che invece gradiscono molto le Pastelle.


L'importanza della pasturazione è ben nota, ma nel caso in cui stiamo pescando sulle Dighe Frangiflutti o alla presenza di mare in scaduta essa sarà maggiore, perché il contatto col mare aperto o la dispersione dovuta alla risacca rende indispensabile l'azione attirante della pastura al fine di avvicinare alla nostra postazione di pesca i branchi di pesci e mantenerli in zona. Sceglieremo la pastura da impiegare in base al tipo esca che intendiamo utilizzare, al di pesce da insidiare e alla profondità cui intendiamo far giungere il finale.


Possiamo definire due azioni di pasturazione: quella diretta con l'utilizzo di sfarinati a base di farine, formaggi, 
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sarda, gambero consente di attirare il pesce interessato per la cattura. Nella pasturazione indiretta, che ha come obiettivo le Spigole o altri predatori, l'azione della pastura non è volta a richiamare direttamente il pesce interessato, bensì in modo indiretto al fine di realizzare un richiamo per la minutaglia, il cui movimento attirerà i predatori.
Non esiste un terminale universale per la pesca col galleggiante, infatti, esso sarà particolarizzato secondo la specie insidiata, delle condizioni meteo marine (presenza e direzione del vento, mare calmo o mosso), dell'ambiente di pesca, della profondità cui staziona il pesce e non ultimo in base alla qualità dell'attrezzatura adoperata.


Adesso soffermiamoci sull’azione di pesca. Giunti sul luogo di pesca dobbiamo innanzi tutto trovarci una postazione che renda semplici i movimenti: in particolare dobbiamo poter lanciare in maniera agevole, avere sotto mano l'attrezzatura (secchiello e guadino in primis) e renderci il più possibile invisibile sullo specchio d'acqua sottostante per evitare di spaventare o comunque insospettire i pesci presenti. La prima cosa da fare è preparare la pastura e non appena terminato dobbiamo realizzare una pasturazione preventiva, lanciando almeno tre grosse palle di pastura a una distanza dalla costa pari alla metà e ai 2/3 della massima distanza raggiungibile col lancio o con la fissa, eventualmente aiutandoci con la fionda. Prepariamo la canna da pesca da utilizzare, inseriamo la sonda di piombo e misuriamo la profondità del fondale. A questo punto inneschiamo l'esca sugli ami e cominciamo a fare dei lanci di prova cominciando da pochi centimetri dal fondo e alzando via via il galleggiante fino a trovare la profondità ottimale cui stazione il pesce. Durante i vari lanci dobbiamo sempre continuare a pasturare con piccole quantità di pastura, e faremo in modo che la lenza lanciata in acqua scenda assieme alle briciole di pastura.


Dopo che saremo riusciti ad avvicinare il pesce portandolo in pastura, dovremo eventualmente diluire la pastura con dell'acqua di mare in modo tale da ridurre l'effetto nutritivo della stessa ed evitare quindi di saziare il pesce, che continuerà comunque a essere attratto dagli odori sprigionati dal brumeggio. Quando avvertiamo la mangiata del pesce, dobbiamo ferrare con estrema prontezza (in questo sarà molto utile un'azione spiccatamente di punta della canna adoperata) cercando di anticipare l'affondata del galleggiante. Quando compiamo i lanci, dobbiamo essere precisi nel dirigere il galleggiante nella zona pasturata, evitando ripetizioni del lancio che oltre a farci perdere del tempo avrà la conseguenza di disturbare e spaventare il pesce. Un’altra cosa fondamentale da valutare quando si pastura è la presenza della corrente e della sua direzione, che, infatti, tenderà a trascinare con sé la pastura. In presenza di mare mosso, invece, converrà pasturare vicino alla costa possibilmente tra gli scogli o i massi della diga, perché sarà la corrente in uscita ad allontanare la pastura a tiro di canna.
La pesca con il galleggiante è molto tecnica e richiede la corretta preparazione prima di affrontare una battuta di pesca ma, non dimentichiamolo, la pazienza e la tenacia del pescatore fanno sempre la differenza.
 
Fabio Spinoso
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Email Scheda Utente
11/04/2014 14:22
 
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bell'articolo...
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Email Scheda Utente
Post: 2.372
Registrato il: 13/02/2011
Sesso: Maschile
AMMINISTRATORE
Utente MASTER
11/04/2014 14:29
 
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E sì dai, le belle giornate riaccendono la passione di mare!! [SM=g3868074]


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Luciano




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