spfab69
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Dopo ore senza vedere una toccata, ecco uno, due, tre pesci abboccare nel giro di venti minuti.
Poi più niente per ore.
Era possibile prevederlo?
Era possibile sfruttare meglio quei brevi momenti di gloria?
Ecco le indicazioni per non lasciarsi sfuggire le occasioni d'oro.
Quando mangiano i pesci? Quasi sempre, dice qualcuno.
Ma allora perchè si prendono così raramente?
Perchè si sbaglia la lenza? O forse è colpa dell'esca.
Oppure non riusciamo a lanciare abbastanza lontano, magari per colpa della canna.
E' più probabile invece che i pesci mangino solo ogni tanto, in corrispondenza di qualche evento che li spinga a mettersi in caccia.
Questa è la vera chiave della pesca. Quando, per calcolo, per esperienza o per fortuna, abbiamo le lenze in acqua in uno di quei precisi momenti, le nostre possibilità di successo sono altissime, condizionate solo da nostri possibili grossolani errori tecnici.
E viceversa l'alto numero di cappotti è determinato in larga misura, molto più che dall'attrezzatura o dalla tecnica, dall'andare a pesca a caso, senza prestare troppa attenzione alla scelta del momento giusto, magari perchè condizionati da impegni diversi.
Purtroppo a questo non c'è rimedio, la maggior parte dei pescatori non può scegliere liberamente quando andare in spiaggia, e proprio per questo è inevitabilmente destinata a raccogliere più delusioni che bei pesci. Comunque, pur dovendo fare i conti col poco tempo disponibile, è molto meglio essere a conoscenza di quali sono presumibilmente i fattori che invitano i pesci a mangiare con continuità e decisione. E quindi cercare, nei limiti dl possibile, di sfruttarli al meglio.
Momento magico: quando puoi prevederlo
Fra le possibili cause scatenanti di un “momento magico” alcune sono assolutamente ignote e imprevedibili, ma altre si possono conoscere e valutare a priori. E pur se queste cognizioni non possono dare la certezza di andare a colpo sicuro, possono notevolmente aiutare a diminuire le uscite vuoto. Vediamo quindi quali sono le più significative fra le cause prevedibili che possono scatenare un momento di intensa attività alimentare.
Fasi di marea
Se siamo alle prese coi più comuni pesci delle nostre spiagge, soprattutto mormore, il primo e più comune degli errori è trascurare l'influenza delle fasi di marea sul loro comportamento alimentare.
Questi pesci che si nutrono a stretto contatto col fondo, entrano decisamente in attività quando è sensibile la corrente determinata dal flusso o dal riflusso della marea. Cioè durante le fasi di marea montante e all'inizio della calante. Probabilmente ciò è determinato dal fatto che e queste pur debolissime correnti riescono a trasportare sul fondo microorganismi o anche solo odori, rendendoli disponibili per i pesci che riescono così a trovarli con più facilità.
Per sapere l'orario più o meno esatto di queste fasi di marea bisogna avere sotto mano le tavole e predisporsi a qualche semplice calcolo. La fase calante (buona per la pesca) ha inizio circa un'ora e mezza dopo un acme di alta e termina un'ora e mezzo prima del successivo acme di bassa. A questo punto si hanno un paio d'ore di stallo, cioè in cui l'acqua è quasi ferma sull'altezza minima, e i pesci di solito mangiano pochissimo. Contando poi un'ora e mezzo dall'acme di bassa si è all'inizio della nuova fase positiva, la montante, che porta la marea a salire fino ad arrivare al successivo stallo di alta.
Mare montante e scaduta
Altro importantissimo fattore che determina una notevole attività alimentare dei pesci del sottocosta è lo stato del mare.
Normalmente, se la spiaggia è battuta da onde non eccessive le probabilità di qualche bella abboccata sono in aumento. Ma anche fra la schiuma esistono momenti pi interessanti di altri.
La scaduta è il più noto: si tratta delle ore che seguono il calare del vento che ha generato la mareggiata. In questo lasso di tempo le onde, non più spinte dal vento, si allungano e si attenuano progressivamente, depositando con costanza sugli scalini sabbiosi del fondo abbondanti quantità di cibo di ogni natura che la mareggiata appena terminata ha disseppellito.
Il momento è eccellente, ma può non durare molto. A seconda della direzione della mareggiata, la scaduta può essere efficace per sole tre o quattro ore, e ovviamente non è detto che capitino il sabato sera. Ancora più breve e difficile da prevedere, ma altrettanto se non addirittura più promettente, è l'inizio della mareggiata. Per la precisione le pochissime ore immediatamente precedenti allo scatenarsi del vento e le prime decine di minuti in cui le onde si abbattono sulla spiaggia. Com'è facile immaginare, per incappare in questi momenti ci vuole un bell'occhio meteorologico, e soprattutto una grande fortuna o una quasi impossibile disponibilità di tempo libero.
Le accostate
Esistono poi dei periodi, che possono durare diversi giorni o anche settimane, in cui si viene a sapere che i pesci hanno accostato alla tale spiaggia. Normalmente questi periodi si verificano fra la primavera inoltrata e l'autunno, e se ne viene a conoscenza dalla voce di amici che sono andati a pesca di recente o dalle chiacchierate nei negozi di pesca. Non è che si abbiano abboccate durante tutta la giornata, ma se si riescono a programmare diverse battute di pesca prolungate e consecutive, le probabilità di fare qualche bella pescata sono elevatissime.
Momenti magici: occasioni da sfruttare
Le situazioni potenzialmente favorevoli di cui abbiamo fino ad ora parlato, cioè fasi di marea, scaduta o inizio di una mareggiata e accostata alle spiagge di branchi di pesci, hanno il grande vantaggio di essere in qualche misura prevedibili, e quindi di darci in anticipo indicazioni per la programmazione delle battute di pesca. Non si tratta però ancora di momenti magici, sono piuttosto periodi più o meno lunghi, della durata di qualche ora o qualche giorno.
E sono comunque valutazioni teoriche. Nella pratica poi, ciò che succede è che all'interno di questi periodi, i pesci non sono attivi ininterrottamente per molte ore. Al contrario decidono di mangiare forte per brevi spazi di tempo, di solito da qualche decina di minuti a un paio d'ore al massimo. Questi sono i veri momenti magici, e purtroppo non sono affatto prevedibili, non rispondono a nessuna regola che a noi sia dato conoscere.
A certo punto iniziano le abboccate, durano un po', e poi smettono; il tutto senza preavviso e spesso senza che si riesca a trovare una spiegazione nemmeno a posteriori. Cercare di capire perchè proprio adesso e non un quarto d'ora prima è il più delle volte un esercizio destinato a fallire.
Bisogna prendere atto che questi momenti magici esistono, ed essere pronti a sfruttarli al meglio nel fortunato caso che si verifichino mentre le nostre lenze sono in acqua.
Le regole sono due: essere attenti a ogni minimo segnale di attività e, quando lo si riscontra o anche solo lo si sospetta, agire in velocità.
I segnali possono essere di diverso tipo: un pesce preso o solo un'abboccata andata a vuoto, o anche semplicemente un amo che si recupera pulito dopo ore in cui l'esca restava perfetta al suo posto. Allora non c'è da perdere tempo: bisogna verificare che il calamento sia perfetto e lavori nel modo migliore, mettere un'esca nuova, scelta fra le più belle e innescata con cura, rilanciare subito e verificare la seconda canna, ripetendo le stesse operazioni con la stessa meticolosa precisione.
Il tutto, meglio ripeterlo, in velocità.
Quell'attimo a noi favorevole, in cui i pesci mangiano senza sospetti, può durare solo pochi minuti. La differenza fra una bella pescata e un cappotto spessissimo sta proprio nel saperlo cogliere e sfruttare in rapidità.
La vera dote da invidiare (e cercare di copiare) a chi prende pesci più spesso di noi è proprio questa: l'occhio attento ai segnali del mare e la prontezza a reagire immediatamente.
A questo punto una postazione di pesca ordinata e ben organizzata, una bella serie di calamenti già preparati, una buona manualità negli inneschi complessi, fanno la differenza fra chi pesca e chi, alla fine, si lamenta della sfortuna.
Le 5 regole della velocità
Ecco una serie di regole di base per essere pronti ad agire in velocità nei momenti caldi.
- Avere una buona scorta di calamenti già pronti a portata di mano.
- Preferire sempre le montature più semplici: creano meno problemi di grovigli e sono più rapide da mettere in pesca.
- Se si recupera un calamento aggrovigliato non cercare di riutilizzarlo; meglio sostituirlo immediatamente.
- Prepararsi in anticipo le esche pronte all'innesco: qualche sardina già sfilettata, qualche arenicola tolta dalla scatola e distesa su uno straccetto, qualche cannolicchio già sgusciato e infilato sull'ago...
- Approntare una postazione di pesca raccolta, col treppiede molto vicino al piatto da inneschi e alla cassetta dell'attrezzatura.