Da sempre la spigola è il pesce simbolo dei surfcastman che, nel periodo invernale, affrontano
condizioni meteo marine insidiose per la ricerca di questa preda.
Proviamo insieme a conoscere meglio questo meraviglioso predatore per preparare al meglio la prossima battuta di pesca.
La spigola predilige frequentare le zone costiere con acque non più profonde di cinque/sei metri, specialmente costituite da scogliere naturali o artificiali, e le foci dei fiumi dove ricerca il cibo abituale costituito da piccoli pesci, crostacei e cefalopodi. Da giovane si comporta da gregario vivendo in piccoli branchi, invece da adulto diventa un pesce solitario che vaga, senza una meta precisa, alla ricerca del cibo, prevalentemente di notte.
Ma, qual è la strategia di caccia di una spigola adulta?
Contrariamente a quanto fanno altri predatori, essa non si lancia all’inseguimento delle proprie prede sul campo aperto ma, in modo molto astuto, si nasconde tra gli anfratti in attesa che un ignaro pescetto si avvicini e …. via all’attacco, piccolo inseguimento è relativa cattura. Se poi l’acqua è torbida, magari a seguito di una bella scaduta, è ancora meglio perché essa è meno visibile alle prede.
Particolare rilevante per noi pescatori è che il suo apparato boccale consente di ingoiare prede di dimensioni pari al 45% del loro intero corpo… ce ne ricorderemo quando parleremo degli ami da utilizzare.
Il periodo più proficuo per la ricerca dell’esemplare big è durante l’accoppiamento a fini riproduttivi. Nei mesi invernali inizia la fregola e gli esemplari adulti, che possono superare anche i dieci chili di peso, si accoppiano nei pressi della costa sfiancandosi nei riti di corteggiamento che durano per tutto il periodo. Se non è stata disturbata eccessivamente, la spigola torna sempre negli stessi luoghi per dare il via alla riproduzione e molto spesso un solo esemplare femmina è attorniato da più maschi.
Durante la fase riproduttiva, la spigola cambia il modo in cui si procura il cibo. Stanca dall’accoppiamento non ha la necessaria energia per sostenere la sua strategia di caccia e spesso si arrende al cibo “facile”, pesci moribondi, pesci in difficoltà a causa della mareggiata e delle relative correnti che li sballottano qua e la, o le nostre bellissime esche lanciate in mare apposta per loro.
La bassa pressione e il picco di marea rappresentano le condizioni ideali per provare a centrare l’obiettivo quindi, occhio al barometro e alle tavole di marea.
Bene, adesso conosciamo il periodo migliore dell’anno per insidiare la nostra spigola, sappiamo che le condizioni meteo marine possono aiutarci e che in un dato spot, negli anni precedenti, sono stati catturati esemplari di taglia.
Prepariamoci ad affrontare una battuta di pesca alla spigola.
Il vento cala, la scaduta sta per iniziare e noi affiliamo le armi. Prepariamo l’attrezzatura:
La canna da surfcasting, di grammatura variabile tra i 150 e 200 gr in funzione del tipo di spiaggia da affrontare e di come una mareggiata impatta su di essa, dovrà essere abbinata a un mulinello capiente – minimo di taglia 8000 – imbobinato con un buon 0,40 diretto. Non sarà necessario raggiungere distanze importanti quindi diamo la priorità alla resistenza del monofilo.
Il trave sarà armato con uno short alto con un terminale, sempre dello 0,40, lungo 1,00/1,50 mt e un amo tipo beack del 2/0 o 3/0. Ricordate cosa ho scritto sopra? La spigola ha una bocca grande e un amo di queste misure è buono anche per un esemplare di 1 Kg.
Come esca useremo un trancio di sarda, di calamaro, di muggine ben legato con del filo elastico.
Mi raccomando nell’utilizzare picchetti robusti e ben piantati nella sabbia, la spigola quando viene allamata può dare segnali minimi con tocche appena visibili o colpi secchi e lunghi tali da far piegare la canna in modo impressionante, specie se di grossa taglia. In ogni caso potremmo non avere il tempo di prendere in mano la canna per la ferrata perché questa avverrà spesso automaticamente quando la spigola cercherà di divincolarsi non appena si sentirà infilzata dall’amo. Mi è capitato qualche anno addietro di allamare una spigola di 8 kg che ha piegato la canna quasi ad U, vi lascio immaginare cosa ho sentito quando l’ho presa in mano ed ho provato a ferrare …… sembrava di aver agganciato un muro!
Adesso, dopo aver preparato tutto, scegliamo la postazione e lanciamo il nostro bel trancio. Quando avremo il pesce in canna, daremo una ferrata decisa ma non violenta, solo per assicurarci che l’ardiglione penetri bene, e iniziamo il recupero con frizione tarata al punto giusto da consentire al pesce quel poco filo necessario. Teniamo presente che la spigola non è un pesce da fuga ma prova solo a fare opposizione spostandosi lateralmente, quindi recuperiamo con regolarità. Giunti al gradino di risacca, se questa è forte, ci faremo aiutare da essa per spiaggiare il nostro pesce facendo coincidere l’ultimo sforzo con l’arrivo dell’onda sulla battigia. Se, invece, la risacca è lieve, dovremo far forza sulla lenza per tirare il pesce all’asciutto. Tutto sarà più semplice e sicuro se utilizziamo un raffio di adeguata lunghezza.
Un consiglio che nasce da esperienze personali: andate in pesca con un amico che vi sarà di grande aiuto nel momento dello spiaggiamento.
Ovviamente l’esperienza gioca un ruolo fondamentale quindi: peschiamo, peschiamo e peschiamo fino a diventare veri surfcastman.
Fabio Spinoso
[Modificato da spfab69 22/04/2013 18:55]