Distesa sulla parte iniziale della falce che si protende nel Tirreno e che porta lo stesso nome, Capo di Milazzo, l'antica Mylai, la città di mare, costituisce la via naturale per le isole Eolie che le fanno corona a poche miglia di distanza, il mito onora particolarmente questa parte di Sicilia: il capo viene considerato zona privilegiata di pascolo per gli armenti del dio Sole e le isole a dimora di Eolo, dio del vento, e di leggiadre ninfe, satiri danzanti e sileni ebbri di vino. Ed è qui che forse Ulisse ed i suoi compagni. naufragando, incontrano Polifemo.
Milazzo ha anche una storia: la sua posizione strategica fa si che venga abitata e contesa fin dalla notte dei tempi ed è teatro di aspre battaglie. Testimonianza ne è la fortezza che ha visto il succedersi di molti "padroni".
Percorrendo il bel lungomare Garibaldi, fiancheggiato dalla facciata settecentesca del Palazzo dei Marchesi D'Amico, ed attraversato il rione marinaro di Vaccarella (che inizia in corrispondenza dello slargo della chiesa di S. Maria Maggiore), si imbocca una suggestiva strada panoramica che corre a levante del promontorio di Milazzo. Giunti a Capo di Milazzo, si svela uno spettacolo incantevole di colori: il verde intenso misto ai marroni bruciati della macchia mediterranea che riveste lo sperone roccioso, si sposa con il blu smagliante del mare. Dalla piazza S. Antonio una breve scalinata sulla sinistra scende al Santuario di S. Antonio da Padova, prospiciente l'omonima baia, scavato in una grotta dove sembra che il Santo abbia trovato rifugio da una tempesta nel 1221. Divenuta luogo di culto fin da allora, la grotta venne trasformata in santuario nel 1575 per volere del nobile Andrea Guerrera e ulteriormente arricchita nel XVIII sec. con altari e rivestimenti in marmi policromi e nove bassorilievi in stucco raffiguranti scene della vita del Santo.
Tornando verso il centro per la strada che percorre il crinale della penisoletta, fiancheggiata da belle ville, si può imboccare a destra la deviazione che conduce al Monte Trino, il punto più alto di questa lingua di terra, purtroppo deturpato dalla presenza di ripetitori, il nome deriverebbe dalla triade pagana, Apollo, Diana e Iside (od Osiride) a cui sembra fosse dedicato un tempio che qui sorgeva in epoca greco-romana. Dal piazzaletto antistante la Chiesetta della SS. Trinità si gode un meraviglioso panorama su Milazzo e la sua cittadella e sulla falce del promontorio.
Alcune foto sotto fatte sulla parte nord del Capo Milazzo.