Anisakis

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www.pescareAmessina.com
00mercoledì 27 luglio 2011 21:36
Anisakis è un genere di nematodi parassiti di diversi animali marini.

Questi parassiti nei pesci sono presenti all'interno delle carni, prevalentemente nella parte inferiore, dove assumono una colorazione biancastra.
Questi nematodi, visibili a occhio nudo, misurano dai 1 ai 3 cm, vanno dal colore bianco al rosato, sono sottili e tendono a presentarsi arrotolati su se stessi.

Le larve di anisakis possono costituire un rischio per la salute umana in due modi:
parassitosi causata da ingestione di pesci crudi contenenti le larve;
reazione allergica ai prodotti chimici liberati dalle larve nei pesci ospiti.

La gravità della malattia che apportano dipende sia dalla quantità di parassiti ingeriti sia dalla sensibilità individuale del consumatore. I sintomi vanno da semplici disturbi gastro enterici (dolori addominali, vomito, diarrea) alla possibile perforazione intestinale e dello stomaco.

Le sostanze biochimiche secrete dalle larve all'interno dei pesci che le ospitano possono causare delle reazioni anafilattiche in individui sensibili.
I prodotti ittici più a rischio sono:
pesce sciabola
lampuga
pesce spada
tonno
sardine
aringhe
acciughe
nasello
merluzzo
rana pescatrice
molluschi
cefalopodi
sgombro
alici
Oltre a questi prodotti possono essere colpiti molti altri prodotti ittici. In tutti i casi, anche per i prodotti non elencati, è necessario attuare delle norme preventive per evitare la trasmissione dell'anisakis.

Per prevenire la trasmissione dell'infezione bisogna sia provvedere all'eviscerazione del pesce nel più breve tempo possibile dopo la pesca (che può non avvenire) sia alla eliminazione del parassita con metodi basati sull'esposizione ad alte temperature o, al contrario, molto basse.

In alcuni casi l'infezione si risolve solo con un trattamento sintomatico.
In qualche caso l'infezione può portare a una ostruzione dell'intestino tenue, che potrebbe richiedere l'intervento chirurgico, benché siano riportati casi di successo di un trattamento con solo albendazolo, senza chirurgia. È anche possibile un'emergenza medica come la perforazione intestinale.
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00mercoledì 27 luglio 2011 21:44
Addio carpaccio!!!
el_pescator
00mercoledì 27 luglio 2011 21:48
Ottima spiegazione.Grande Antonio cmq io non ho mai mangiato pesce crudo da sempre certo che adesso me ne guarderei bene!
www.pescareAmessina.com
00mercoledì 27 luglio 2011 21:59
Anch'io, ma dopo quello che ho letto..... ci penso 2 volte.
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00mercoledì 27 luglio 2011 22:00
Per prevenire la trasmissione dell'infezione bisogna provvedere all'eviscerazione del pesce nel più breve tempo possibile dopo la pesca
Deive80
00giovedì 28 luglio 2011 10:24
Posso dirvi che anche se avete eviscerato il pesce subito non è garantita la sicurezza!
In alcuni casi questo verme puo annidarsi anche nelle carni o meglio nei tessuti muscolari, quindi l'unico sistema che da la certezza assoluta e o la cottura ad almenio 70° o unatemperatura di -20° per un minimo di 24ore.
vet71
00giovedì 28 luglio 2011 10:50
Re:
Deive80, 28/07/2011 10.24:

Posso dirvi che anche se avete eviscerato il pesce subito non è garantita la sicurezza!
In alcuni casi questo verme puo annidarsi anche nelle carni o meglio nei tessuti muscolari, quindi l'unico sistema che da la certezza assoluta e o la cottura ad almenio 70° o unatemperatura di -20° per un minimo di 24ore.



[SM=g2515423]

In ogni caso i ristoranti che servono pesce crudo e/o marinato sono ( o dovrebbero essere) provvisti di abbattitore rapido di temperatura.
I pericoli maggiori possono esserci in ambiente domestico se non si seguono le suddette procedure!! [SM=j2353793]


pidici75
00giovedì 28 luglio 2011 11:19
Mizzica mi avete terrorizzato ......fino a sabato scorso mangiavo alici crude!!!
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